Regolamento di Dublino: la nota legale di Refugee Support Aegean e PRO ASYL

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Refugee Support Aegean e PRO ASYL analizzano la situazione del diritto d’asilo in Grecia nell’applicazione del Trattato di Dublino verso un cittadino siriano.

Refugee Support Aegean[1] e PRO ASYL[2] hanno pubblicato una nota legale che pone delle gravi problematiche riguardanti l’applicazione del Trattato di Dublino, facendo riferimento al caso specifico di un richiedente asilo siriano rimpatriato in Grecia dalla Germania. La nota, curata dall’avvocato Marianna Tzeferakou, si interroga sia sullo status legale della persona, sia sulle condizioni di accoglienza che lo aspetterebbero in Grecia ed è stata presentata alla Corte Amministrativa di Monaco.

L’efficacia delle procedure di asilo in Grecia viene posta, infatti, in dubbio in relazione al principio del “paese terzo sicuro”: la Turchia viene infatti riconosciuta come paese sicuro dal Consiglio di Stato – la Suprema Corte amministrativa della Grecia. Nella nota viene analizzato il caso esemplificativo di due richiedenti asilo siriani che sono stati rimpatriati in Turchia secondo le istruzioni del Consiglio di Stato, portando ad un significativo aggravamento della condizione di protezione dei rifugiati.

La nota inoltre pone in luce che l’eventualità che il richiedente asilo siriano ottenga un risultato positivo alla propria domanda di asilo è decisamente improbabile. Infatti il Comitato di Appello greco e la relativa Corte Amministrativa hanno rifiutato in modo sistematico le richieste di asilo di cittadini siriani, a meno che non identificati come soggetti vulnerabili. Dall’analisi della nota legale risulta che, in seguito al rimpatrio in Grecia e alla notifica di diniego, il richiedente asilo siriano avrebbe quindi alte probabilità di essere rimpatriato in Turchia, dove, segue la nota, si riscontra una mancanza di tutele legali per i richiedenti asilo.

La nota conclude presentando le condizioni che il richiedente asilo siriano affronterebbe in seguito al rimpatrio in Grecia. Nello specifico, all’arrivo in aeroporto il richiedente asilo sarebbe immediatamente posto sotto fermo dalla polizia greca: trattenuto in primis presso l’aeroporto di Atene, pratica che è stata denunciata in quanto umiliante e in contrasto con l’Articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). In seguito sarebbe trasferito nel centro per rimpatri di Kos, un centro di fatto detentivo e le cui condizioni sono state trovate problematiche soprattutto in relazione all’accesso alle cure mediche. Nella rara eventualità in cui il richiedente asilo fosse rilasciato dallo stato di detenzione, si troverebbe costretto a vivere nell’hotspot di Kos, sovraffollato e al di sotto degli standard internazionali. RSA e PRO ASYL osservano inoltre che le recenti riforme in materia di detenzione di richiedenti asilo possono influenzare la durata della detenzione e la prospettiva di successo in caso il richiedente asilo si appellasse all’ordine detentivo.

Sulla base dell’analisi dettagliata della nota legale, RSA e PRO ASYL richiedono che le autorità tedesche interrompano i rimpatri permessi dal Trattato di Dublino in Grecia.


[1] Refugee Support Aegean (RSA), ONG greca partner di PRO ASYL Foundation con sede nell’isola Chios, si occupa di seguire campagne legale a supporto di rifugiati, di monitorare le violazioni dei diritti umani e di fornire supporto legale, sociale e umanitario a singoli casi.

[2] PRO ASYL si definisce una “voce indipendente” per i diritti umani e per la protezione di rifugiati in Germania e in Europa.


La Nota Legale: “On the legal status and living conditions of a syrian asylum-seeker upon his return to Greece under the Dublin Regulation”


Foto CC: Alex Griffioen Settembre 2006

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