CEDU
Lampedusa: per la CEDU nell’hotspot il trattamento è disumano e degradante solo per le famiglie con minori
Perplessità sulla decisione della Corte europea per i diritti umani che ordina al Governo il trasferimento immediato di solo uno dei nuclei familiari.
Giornalista ricorre alla CEDU: conoscere come sono utilizzati i fondi pubblici in Libia è un diritto
Dopo il rigetto del Ministero dell’Interno, del TAR Lazio o del Consiglio di Stato, Sara Creta, giornalista freelance, iscritta alla Federazione internazionale dei giornalisti, supportata da avvocate.i ASGI, presenta un ricorso alla Corte Europea per i Diritti Umani (CEDU) per far valere l’art 10 della Convenzione EDU Nell’ottobre del 2020, la giornalista aveva presentato una richiesta di accesso civico al Ministero dell’Interno con l’obiettivo di conoscere come vengono utilizzate le risorse impiegate in Libia nell’ambito del programma “Support to Integrated Border and Migration Management – first phase” (SIBMMIL) implementato dal Ministero dell’Interno italiano. Si tratta di un finanziamento di 46 milioni di euro – circa 42 dei quali provenienti dal Fondo Fiduciario Europeo d’Emergenza per l’Africa – destinati a rafforzare le capacità operative delle autorità libiche nelle attività di gestioni dei confini terrestri e marittimi. Offrendo assistenza materiale, tecnica e politica alle autorità libiche, il programma facilita l’intercettazione di persone migranti e rifugiate nel Mediterraneo Centrale e il loro ritorno nelle crudeli e disumane condizioni di tortura e schiavitù nei centri di detenzione del paese nordafricano. Malgrado il chiaro interesse pubblico della società ad avere informazioni sull’utilizzo dei fondi pubblici in Libia specialmente alla luce delle gravi ricadute sui diritti delle persone, il Ministero, il TAR Lazio e il Consiglio di Stato hanno comunque rigettato la richiesta della giornalista: la pubblicazione dei documenti rappresenterebbe un rischio per le relazioni internazionali e la sicurezza pubblica. L’atto di rigetto però, come anche ...
La CEDU condanna l’Italia per le condizioni di accoglienza di un MSNA
In data 21 luglio 2022 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia a risarcire i danni non patrimoniali sofferti da un ragazzo gambiano, Darboe Ousainou, minore straniero non accompagnato giunto sulle coste italiane nel giugno del 2016, quando era appena diciassettenne.
Il radicamento in Italia come prova del bisogno di protezione e come impedimento al rimpatrio
Ancora un commento a Cass., Sez. Unite, n. 24413/2021: protezione umanitaria e diritto alla vita privata.
CEDU, due giorni di chiusura, grave ferita ai diritti
Riportiamo l’articolo pubblicato da Eurojus e condividiamo le preoccupazioni per una mancata tutela dei diritti fondamentali nelle giornate del 13 e 14 maggio 2021 . Due giorni di assoluta mancanza di tutela nel sistema CEDU: l’inquietante interruzione dei lavori della sezione competente per le misure cautelari ex art. 39 Regolamento di procedura Il 13 maggio in Francia è festa nazionale (si festeggia l’Ascensione), ma quest’anno questo giorno, insieme al successivo 14 maggio, segnerà una profonda ferita nel sistema della Corte europea dei diritti umani e non potrà che essere ricordato come un giorno di lutto per la tutela dei diritti fondamentali. Pochi giorni fa (il 10 maggio), infatti, è stato pubblicato sul sito della Corte EDU il seguente avviso: «Exceptionally, the Court will be closed on 13 and 14 May 2021, and no duty team will be available to deal with requests for interim measures (Rule 39 of the Rules of Court)» (v. link alla home page della Corte e pdf allegato). In poche parole, la Corte annuncia che rimarrà chiusa non solo nel giorno di festa nazionale, ma anche in quello successivo (facendo il c.d. ponte) e che in questi due giorni non ci sarà il team competente a ricevere le richieste di misure cautelari ex art. 39 del Regolamento di procedura della Corte. Si tratta di una circostanza di eccezionale gravità, passata sotto silenzio, ma che è doveroso denunciare. Per due giorni, infatti, non sarà garantita la ricezione delle richieste di misure cautelari, ...
Hotspot: Italia rimandata a settembre
A distanza di 5 anni dalla sentenza della Corte europea dei diritti umani, l’effettivo rispetto dei diritti negli hotspot in Italia non è garantito e necessita di essere ulteriormente sottoposto ad esame nel mese di dicembre 2021. Così ha deciso il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa in seguito alle criticità e violazioni segnalate da ASGI, A Buon Diritto Onlus e CILD.
Anche la Cedu chiude ai visti umanitari
Tre anni dopo la Corte di Giustizia Ue, anche Strasburgo nega l’obbligo per gli Stati di rilasciare visti a chi deve abbandonare il proprio paese per chiedere protezione internazionale. L’esternalizzazione dell’asilo prevale sui diritti umani.
Respingimenti: l’Italia ancora sotto indagine per il caso Sharifi
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha deciso di non chiudere la procedura di supervisione nei confronti dell’Italia, condannata nel 2014 , con la sentenza della Corte EDU Sharifi e a. c. Italia e Grecia, per la riammissione illegittima di cittadini stranieri verso la Grecia.
CEDU: Spagna e UE potranno far prevalere la protezione dei confini al diritto di asilo
La Corte europea dei Diritti Umani (CEDU) ha di recente preso una decisione in favore delle autorità spagnole, a sostegno della pratica conosciuta come “respingimenti a caldo” di coloro che tentano di raggiungere le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla.
La giurisprudenza della CEDU sul concetto di “paese terzo sicuro”
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Corte EDU) pubblica uno studio sugli obblighi dello Stato nei confronti di richiedenti asilo trasferiti in un "paese terzo sicuro".
La CEDU ordina il trasferimento di 5 minori stranieri dall’hotspot di Samos
Alle autorità greche è stato richiesto di trasferire tempestivamente i cinque minori in strutture finalizzate e di disporre per loro condizioni di accoglienza adeguate.
Trasferiti da Lampedusa i migranti che avevano proposto ricorso alla Corte EDU
Trasferiti in altri centri i cittadini stranieri firmatari dei ricorsi d’urgenza alla Corte EDU per le condizioni inadeguate dell’hotspot di Lampedusa. Permangono preoccupazioni per le condizioni, tutt’altro che contingenti, che caratterizzano l’hotspot di Lampedusa e per le gravi violazioni che sono sistematicamente attuate nel centro.
La Corte EDU chiede chiarimenti all’Italia sull’hotspot di Lampedusa
ASGI ha proposto ricorsi d’urgenza alla Corte Europea dei Diritti umani che chiede urgenti chiarimenti allo Stato italiano in merito alle condizioni materiali e igieniche e all’assenza di servizi. Una situazione ancora più allarmante in considerazione del grave trauma subito dalle persone presenti scampate al tragico naufragio del 23 novembre 2019.
Ricorso alla CEDU contro il governo italiano per le violazioni dei diritti umani nelle procedure di espulsione verso la Tunisia
Conferenza stampa Roma, martedì 19 giugno, ore 11.30 Sala stampa Camera dei Deputati, via della Missione 4
L’hotspot di Lampedusa va svuotato e chiuso subito
CILD, ASGI e IndieWatch chiedono accoglienza degna per chi lascia Lampedusa.